
I Castelli Romani
Roma poggia su sette colli, mentre i Castelli Romani svettano su un numero doppio di alture, adagiati fra i Monti Albani e i Monti Tuscolani. Roma è una formosa matrona.
I Castelli Romani sono al suo collo un filo di quattordici perle, tutte preziose per la storia e l’arte che qui brillano da secoli per l’inseparabile lavoro fatto insieme dalla natura e dall’uomo.
Ogni castello ha una sua propria fisionomia: dall’impronta dell’abitato cresciuto intorno al rispettivo Castrum all’identità culturale di ciascuno, che può vantare un dialetto, una festa patronale, una peculiarità culinaria, un monumento, un personaggio famoso, un carattere tipico della gente del luogo.
Pittoreschi i luoghi, fervidi i vini, campagnola e casereccia la cucina. Fra pianura e monti si contendono lo spazio i frutti: uva, fragole, castagne, con i fiori: gladioli, narcisi, violette. Sull’esempio di Lucullo e di Cicerone, papi, imperatori e principi vi fecero crescere prima la vigna e poi la villa. Fu così che un’illustre prosapia: Frangipane, Orsini, Colonna e Savelli, quindi Aldobrandini, Ruspoli, Chigi, Torlonia, Sforza Cesarini e Borghese rinnovarono nel medioevo e in età moderna i fasti e il potere delle gentes romane nelle ville imperiali.

Villa del Cardinale
Villa del Cardinale sorge al centro di un grande parco secolare, che affaccia sul lago di Castel Gandolfo. La sua posizione geografica basterebbe da sola a descriverne le bellezze, ma il prestigio di questa residenza trova il suo radicamento nella storia.
Nata come una villa patrizia, nel 1629 è stata data a nuova vita su ordine del cardinale Gerolamo Colonna. Il cardinale commissionò il lavoro all’architetto Antonio Del Grande che riuscì a non eliminare le tracce del suo glorioso passato, ecco infatti che colonne, capitelli e fregi costellano tutto il perimetro della proprietà. L’energia che tutt’oggi si respira in quel luogo è capace di raccontarci della vita, delle feste e dei passatempi degli uomini illustri che l’hanno vissuta.
Opere Villa del Cardinale
Villa del Cardinale custodisce al suo interno le opere d’arte e gli affreschi risalenti al 600. L’arte di inizio secolo cambia la prospettiva, cercando di restituire all’occhio dell’osservatore l’idea dell’infinito, del superamento del limite architettonico. Le volte affrescate sembrano sfondare i soffitti e dilatare le pareti facendosi portavoce della ricchezza e del potere dei signori e dei religiosi che la abitavano.
Opere Selezionate: Dettagli dell’Affresco dell’appartamento del principe Girolamo Colonna. Castel Gandolfo, Villa del Cardinale 1629
Palazzo Chigi ad Ariccia
Si stanzia sovrano al centro di Ariccia, pochi chilometri di distanza dal suo omonimo e più riconosciuto sede del Governo Italiano. L’edificio barocco progettato da Bernini si affaccia sulla piazza di Corte e gode tutt’intorno di un vasto parco mediterraneo. Conservato negli anni di più lucente splendore, il palazzo possiede tutt’oggi l0impareggiabile capacità di catapultarti indietro nel tempo, facendo della storia un’esperienza concreta.
Opere Palazzo Chigi
Le opere d’arte pittorica che adornano gli interni di Palazzo Chigi risalgono alla metà del XVII secolo. L’arte barocca, di cui il palazzo è piena espressione, si fa portatrice di una società che ha perso molte certezze e che si lascia alle spalle la concezione rinascimentale che poneva l’uomo al centro dell’universo.
Opere selezionate:
– Piero Mulier detto “Il Tempesta” (1637-1781) Allegoria del segno zodiacale della Vergine, Ariccia, Palazzo Chigi
– Lothe e le figlie, Ariccia, Palazzo Chigi.
– Giacinto Brandi (1621 -1691) Mario de Fiori, Autunno. Ariccia, Palazzo Chigi
– Bacco, Ariccia, Palazzo Chigi
Palazzo Sforza Cesarini
La storia di palazzo Sforza Cesarini vede i suoi albori come castello medievale, acquistato solo nel 1590 da Giuliano II Cesarini. I lavori che hanno reso il palazzo così com’è oggi si sono conclusi nel 1730 ad opera dell’architetto Ludovico Gregorini. Oggi la facciata del palazzo ricorda il palazzo Farnese di Roma nel suo stile. Il palazzo, considerato il monumento più significativo di Genzano, è stato progettato come espressione di un nuovo potere civile, ricoprendo un ruolo fondamentale sulla ridefinizione del piano di disegno urbano.
Opere Palazzo Sforza Cesarini
Così come la sua costruzione architettonica, anche l’interno del palazzo è rivestito da diverse influenze artistiche. Si può quindi trovare al proprio interno una vasta collezione di opere a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo e una collezione di opere provenienti dall’indotto antiquariato clandestino, impreziosito infine da reperti archeologici di Villa Antonini, villa suburbana di epoca tardo- repubblicana.
Opere selezionate:
– Luigi Panzieri, Elisabetta Vigèe Lebrun, Olio su tela. Genzano, Palazzo Sforza Cesarini
– Ritratto di Francesco Cancellieri, Olio su tela, 1783. Genzano, Palazzo Sforza Cesarini
– S. Cecilia, Olio su tela. Genzano, Palazzo Sforza Cesarini